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Solo chi ha sofferto veramente riconosce il dolore della sofferenza. Rachel ha conosciuto la solitudine, l'abbandono, la violenza, l'odio, l'emarginazione, la povertà, la fame, il senso di nullità. Il più delle volte questa sofferenza diventa il suo linguaggio, la sola espressione per comunicare con il prossimo. Senza usare le parole la protagonista racconta questo disagio in un altro modo, con i suoi gesti quotidiani verso il prossimo. Rachel aveva conosciuto l'amore, sapeva che cosa era l'amore, glielo aveva insegnato la sua famiglia, con tenerezza, la dolcezza, il rispetto per la vita, per il prossimo e per la natura. Non ci pensa due volte a sacrificare la sua esistenza per donarla al fratello più sfortunato. Lei viveva nell'amore, ogni suo gesto era colmo d'amore. Una volta qualcuno disse che l'odio genera odio. Ma sicuramente l'amore genera amore.